Il grido d'allarme della Biblioteca Delfico

TERAMO – Meno fondi alla cultura, meno fondi al sistema delle biblioteche abruzzesi, significa rischiare di disperdere una ricchezza che nella nostra città vanta un punto di riferimento per l’identità propria di un popolo, come la Biblioteca Delfico. Il suo direttore, Luigi Ponziani, ha deciso di scrivere una lettera aperta al Presidente della Provincia, Valter Catarra, per denunciare pubblicamente la situazione di grave crisi in cui versa la struttura. Abbiamo deciso di pubblicarla integralmente per rendere la difficioltà del momento.

«E’ per senso di responsabilità e doveroso attaccamento al lavoro che svolgo che ho deciso di rivolgermi pubblicamente a chi per compiti istituzionali ha l’onere di provvedere alla gestione della Biblioteca Provinciale “M. Dèlfico”– fatte salve ovviamente le  diverse scelte di indirizzo cui, come pubblico dipendente, non potrei che uniformarmi  . Del resto dignità professionale e doveri civili e culturali, cui non intendo sottrarmi, mi spingono a questo passo.
Le biblioteche abruzzesi stanno vivendo una crisi che ben può dirsi drammatica, nonostante  l’ingente patrimonio documentario e bibliografico posseduto costituisca una ricchezza imprescindibile per conoscere e definire l’identità culturale e civile abruzzese così come essa si è andata formando e sedimentando nel tempo.
Ma le biblioteche non sono solo il luogo della memoria e della identità locale; esse sono , e in termini crescenti, un grande servizio culturale che quotidianamente deve rispondere alle domande sempre più ampie e pressanti dei frequentatori. Le nuove tecnologie che prepotentemente hanno permeato di sé anche questi luoghi hanno finito per esaltarne ruolo e compiti. La sola Biblioteca “Dèlfico” conta annualmente oltre centomila presenza; ogni giorno in essa entrano centinaia di cittadini di ogni età e ceto sociale; davvero essa costituisce un “luogo amico” per eccellenza dove la gradevolezza degli ambienti, la facilità di accesso alle informazioni e ai servizi inducono alla frequentazione e allo studio con un processo di appropriazione virtuosa di un bene collettivo di fondamentale importanza. Eppure sono le biblioteche a subire da anni , e oggi in maniera più vigorosa che un tempo, un processo di ridimensionamento e di svuotamento che va bloccato, pena una regressione culturale che avrebbe conseguenze nefaste.

La Regione Abruzzo, competente per materia, da anni non provvede a finanziare il sistema bibliotecario regionale disattendendo la legge da essa stessa emanata.L’Assessorato regionale alle politiche culturali – con una pervicace continuità di indirizzo che travalica gli schieramenti politici – non mostra di avere una qualche idea di prospettiva e progettuale attraverso cui far uscire il sistema bibliotecario regionale da questa condizione di degrado progressivo. Le quattro Biblioteche Provinciali ( amministrate dalle rispettive Province) , veri caposaldi dell’organamento bibliotecario regionale, stanno subendo colpi che ne mettono in forse le stesse condizioni minimali di vita: finanziamenti ridotti all’osso quando non aboliti del tutto, ridimensionamento drastico di personale, conseguente riduzione di orari e servizi.

A Teramo, fino a oggi felice realtà bibliotecaria lungamente agognata, la “Délfico” rischia di precipitare nello stesso baratro: non si acquistano più libri, si interrompono gli abbonamenti alle riviste, non si cataloga con la stessa intensità ( perché i bibliotecari, di necessità, vengono distolti per impellenti esigenze ad horas), di conseguenza  si fa fatica a immettere  in rete il patrimonio bibliografico pregresso, non si rinnovano gli impianti  tecnologici e informatici, non si organizzano e creano nuove raccolte basate su fonti diverse da quelle tradizionali, né si avvia il lavoro di digitalizzazione dei fondi. I pensionamenti, poi, stanno provocando danni solo apparentemente minori: si sta assistendo a cesure e soluzioni di continuità che producono abbassamento di professionalità, perdita di competenze non facilmente reintegrabili. Insomma nessuno pensa all’oggi  e tantomeno al domani.

La “Dèlfico” solo negli ultimi sei mesi ha perso sette unità lavorative, nessuna della quali è stata reintegrata. Già da diversi mesi alcuni servizi sono stati interrotti o ridotti: è stata chiusa la Sezione Ragazzi, rimane scoperto il servizio relativo ai Fondi Antichi  Manoscritti e Collezioni d’Arte e, da ora, anche l’Archivio Fotografico, difficoltà estrema si incontra nella gestione dei fondi collocati in magazzino, posto in altro edificio, dove, non si dimentichi, è allogata la gran parte delle collezioni librarie, la stessa sorveglianza degli spazi e il controllo degli utenti rimangono sempre più problematici.

Alla carenza di personale si aggiunge una altrettanto grave crisi finanziaria. Negli ultimi quattro anni la “Dèlfico” è passata ( con l’ovvia esclusione delle spese riferite al personale in organico e precario) da una disponibilità di 121.000 euro del 2007 agli 80.000 euro del 2009, ai 46.000 euro del 2010.Per il corrente anno si prevedono  appena 20.000 euro, una somma oltraggiosa che suona offesa all’intelligenza altrui oltre che al buon senso: si pensi che solo per il rinnovo degli abbonamenti alle riviste ogni anno si spendono più di  30.000 euro!.Qui non si tratta più di  tagli e riduzioni di spesa in linea con le economie generali, ma di interventi che, nella sostanza, mirano a minare un grande istituto culturale e un efficiente servizio pubblico.Non voglio né posso credere che la Provincia di Teramo, che per libera scelta, nel 1949, si accollò l’onere e l’onore della gestione della “Dèlfico”, potendo oggi vantare un Bilancio generale che si aggira complessivamente su diverse decine di milioni di euro, non possa garantire per la massima istituzione  culturale da essa direttamente gestita, una somma minima necessaria di 100.000 euro all’anno. Voglio solo ricordare, en passant,  che lo stesso Ente annualmente contribuisce con ben 477.000 euro alla gestione dell’Istituto Musicale “Braga” e, anche di recente, per manifestazioni occasionali come il Giro d’Italia, ha stanziato una somma di diverse decine di migliaia di euro. Credo davvero che ci sia bisogno di una inversione di rotta, né bastano più le promesse, reiterate e pubbliche, di autorevoli amministratori che non possono più eludere il problema.La Biblioteca “Dèlfico” non appartiene né a chi ci lavora (che semmai, come in questo caso, ha dei doveri), né agli amministratori chiamati di volta in volta a esercitare il loro mandato elettorale. A nessuno, infatti, è consentito di procedere a scelte che nei fatti tendono a disarticolare, ridimensionare, se non a vulnerare (al di là delle intenzioni) una grande realtà bibliotecaria, un grande giacimento culturale che appartiene, per storia e tradizione civile, all’intera collettività teramana e abruzzese. Si tratta di un imponente lascito materiale e morale che in due secoli di storia (nel 2014 cadrà il bicentenario della nascita della Biblioteca) si è accresciuto, è stato organizzato, è stato reso fruibile per l’oggi e le generazioni future grazie al contributo di cittadini illustri, generazioni di bibliotecari, amministratori lungimiranti che ne hanno fatto, a prezzo di sacrifici e abnegazione, un monumento della più nobile identità civile e culturale dell’Abruzzo Teramano.

Non voglio né posso credere che si voglia far deperire un così grande lascito che oggi può finalmente godere di una sede prestigiosa, di un’organizzazione fino a ora invidiabile, di un prestigio universalmete riconosciuto.

L’appello che rivolgo in primis al Presidente della Provincia di Teramo e quindi a tutti gli amministratori, agli intellettuali e agli operatori di cultura, agli innumerevoli fruitori di questo servizio pubblico così speciale  è che si ponga mente al problema, si approntino le soluzioni ( se necessario anche di rinnovamento gestionale), si restituisca serenità e piena funzionalità alla più antica e prestigiosa istituzione culturale teramana. Ciascuno è chiamato  a dare il proprio contributo in testimonianze, in idee,  progetti e azioni, tutti operando per il meglio .
Anche la Biblioteca “Dèlfico” vuol rimanere in Serie A!. Basta volerlo e compiere le scelte conseguenti».

Luigi Ponziani
Direttore della Biblioteca Provinciale “ M. Dèlfico”

P.S.  Parrebbe – il condizionale è d’obbligo – che gli Assessori competenti stiano approntando parziali soluzioni relativamente alla carenza di personale. Della cosa non posso che prenderne atto e restare in fiduciosa attesa. Rimangono in tutta la loro drammaticità i problemi di fondo di gestione della Biblioteca “Dèlfico”, a partire  dalla gravissima situazione finanziaria per la cui risoluzione nulla si dice.